INGRATITUDINE.
INGRATI.
FRASI CELEBRI.
" Non fare del bene se non sei pronto a sopportare il male che te ne verrà in cambio." (Luis Bunuel )
" L'amore non invidia " (Sant'Agostino )
" L'ingrato scrive il bene sull'acqua e il male sulla pietra. (Gèrard de Narval )
" Regalate il denaro, non prestatelo.Prestare non crea che degli ingrati ,prestare crea nemici ." Leonardo da Vinci )
" Quando non si vuole essere deboli, spesso bisogna essere ingrati." (Vincent Van Gogh )
" La maggioranza degli esseri umani dimentica tutto, tranne di essere ingrata." (Honorè de Balzac )
" Mettere in obbligo uningrato è comprare odio. " ( Alexandre Duman )
" Si è sempre ingrati verso chi ci dona il necessario, mai cor chi ci dona il superfluo. Ne vogliamo a chi ci regala il pane quotidiano,siamo riconoscenti a chi ci dona una parure." ( Diane de Beausacq )
" Fate del bene e vi farete degli ingrati ." (August Sstrindberg )
" l'ingratitudine è sempre una forma di debolezza . Non ho mai visto che uomini eccelenti fossero ingrati. " ( johann Wolfgang von Goethe )
" Generoso non soltanto è chi dona ma chi accetta di ricevere e riconosce d 'aver ricevuto. " ( Maria Rita Parsi di Lodrone )
COS' E' la "Sindrome Rancorosa del Beneficato ? Dal libro " INGRATI " di Maria Rita Parsi.
Una formadi ingratitudine ?
Ben di più. L' eccellenza dell'ingratitudine .Comune per altro ai più. Senza che i molti ingrati "beneficati " abbiano la capacità, la forza ,la decisionalità interiore,il coraggio e ,perfino,l'onestà intellettuale ed etica di prenderne atto.
La "Sindrome Rancorosa del Beneficato è ,allora, quel sordo , ingiustificato rancore (il più delle volte covato inconsapevolmente ;altre volte ,invece, cosciente) che coglie come una autentica malattia,come una febbre delirante,chi ha ricevuto un beneficio, poichè tale condizione lo pone in evidente" debito di riconoscenza" nei confronti del suo Benefatore.
Un beneficio che egli " dovrebbe "spontaneamente riconoscere ma che non riesce,fino in fondo,ad accettare di aver ricevuto.
Al punto di arrivare,perfino , a dimenticarlo o negarlo o a sminuirlo oaddiritura,a trasformarlo in un peso dal quale liberarsi e a trasformare il benefattore stesso in una persona da allontanare,da dimenticare se non , addirittura,da penalizzare e da calunniare.
Quanto al beneficio ricevuto , esso può essere di varia natura : spirituale,affettiva, economica,lavorativa,sociale, culturale,legale, medica.
Il beneficato può desiderare di contraccambiarlo per non sentirsi più " in debito " con il benifattore. Ma anche quando ciò sia possibile al beneficato ( sia in modo equivalente il beneficio ricevuto, sia superandone,perfino l'entità ,e anche nel caso in cui nessuna contropartita venga ,in alcun modo,richiesta ne' sia pretesa dal benefattore , ) tale restituzione presuppone che, prima, ci sia da parte del beneficiato il pieno riconoscimento del dono o del beneficio in percedenza ricevuto. Infatti ,anche se,dopo aver ricevuto il beneficio,il beneficato esprime formalmente il " pieno riconoscimento al benefattore (ovvero lo ringrazia,lo gratifica con doni , omaggi, ecc ) questo non significa che, dentro di sè ,il beneficato abbia veramente accettato e interiorizzato il fatto di aver ricevuto un evidente beneficio
Un " beneficato " invidioso del potere del suo benefattore, per dimenticare il beneficio ricevuto e prendere le distanze dall'origine del bene,grazie al quale ha potuto realizzarsi o riprendersi o salvarsi o valorizzare se stesso,può stravolgere gli effetti del beneficio ricevuto diluendoli o ,perfino,negandone le qualità. Al punto da considerare il beneficio " nullo "," umiliante ,"non necessario "e niente affatto salvifico,e arrivare a credere d'essere stato capace,da solo,di mettere in atto quei benefici che, invece,ha ricevuto da altri.
Forse.......... col tempo .......il rancoroso potrà accettare di essere stato beneficato ed avere una sincera gratitudine e riconoscenza.
Poveretti loro, gli ingrati,.........non sanno cosa si perdono ! La gratitudine per il bene ricevuto scalda il cuore dei grati,forse più del bene stesso. E' un motto del cuore che " arrichisce chi lo riceve senza impoverire chi lo dona. "
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