ideedinonnalaura
lunedì 7 agosto 2023
mercoledì 12 giugno 2013
un grazie da molto lontano
UN GRAZIE DA MOLTO LONTANO | |
Agli inizi di novembre è arrivata in una casa di Campalto una lettera di ringraziamento dal Malawi, paese nel “caldo cuore dell’Africa”, indirizzata alla nostra comunità.
Ma chi mai conosciamo da laggiù? Solo alcuni di noi sanno chi è e lo hanno incontrato, ma molti di noi hanno potuto aiutare padre Lorenzo Pege e la sua missione di Namalaka, attraverso la raccolta delle offerte durante i funerali di Antonio e Liduina Pastrello, “coppia storica” di Campalto: lei gestiva la cartoleria in via Orlanda assieme alla figlia, mentre lui si dedicava alla pittura realizzando numerose opere. Quasi insieme e in silenzio se ne sono andati, ma hanno potuto offrire, attraverso i loro figli, un ultimo gesto di solidarietà per aiutare la comunità di questo sacerdote che da anni era in contatto con loro. Nella sua lettera padre Lorenzo parla dell’amicizia che li univa: “Saputo da un mio fratello che Antonio aveva capacità artistiche di ritrattista, osai chiedergli se potesse dipingere un quadro raffigurante San Padre Leopoldo Mandich per una chiesetta che stavo costruendo in suo onore e pronta è stata la sua risposta. Liduina e Antonio seguivano la mia avventura missionaria con la preghiera, la sofferenza e preziosi aiuti”. Poi racconta come ha potuto impiegare i 1610 euro, raccolti in loro memoria, consegnati direttamente nelle sue mani dalla figlia Cecilia: “Seriamente preoccupato e colpito dalle ultime statistiche che mettono il Malawi al 2° posto tra tutte le nazioni dell’Africa, per la mortalità delle donne durante il parto, decido di ricostruire la maternità dell’ospedale Muli Bwangji. Togliendo semplicemente i 35 centesimi di euro che chiedevo ad ogni donna assistita durante la gravidanza, provenienti da un’area di 120 km, è iniziata la corsa in ospedale da parte delle mamme in attesa. Dai 25-30 parti al mese di questo 2011, siamo passati ai 260...Terribile e assurdo: morire per non avere 35 centesimi!! La povertà, amici, fa morire! Questi numeri e il vedere le donne dopo il parto riposare per terra con accanto il neonato tra mille difficoltà e pericoli, mi ha obbligato a progettare la nuova maternità. Carissimi fedeli di Campalto, un grazie ad ognuno di voi, assicurandovi la mia preghiera e la mia benedizione. Padre Lorenzo Pege”. E noi possiamo solo ringraziarlo di averci dato questa opportunità per aiutare il prossimo. | |
sabato 11 maggio 2013
sabato 29 settembre 2012
lunedì 2 gennaio 2012
ricette facili facili di nonna Laura
Peperoni con wustel in microonde.
Il tempo di mangiare il primo ed è subito pronto un gustoso secondo
1 peperone rosso bello polposo
1 peperone giallo bello polposo
Lavarli ,tagliarli a metà ,metterli in microonde con un cucchiaio di acqua salata ,circa 5 minuti che diventino molli .
Buttare via l'acqua salata che rimane nel piatto ,riempire i peperoni con un impasto fatto con:
1 uovo ,
wustel a pezzetti ,
pan grattato,
formaggio grana gratugiato ,
un cucchiaio di olio ,non di più.
Riempire le 4 metà dei peperoni con questo impasto e chiudeli ,o con un pezzetto di filo ,o con uno stuzzicadenti .
Rimettere in microonde e.................a vostro piacimento la cottura finale .
Mangiarli belli caldi ..........................BUON APPETITO da nonna Laura.
Il tempo di mangiare il primo ed è subito pronto un gustoso secondo
1 peperone rosso bello polposo
1 peperone giallo bello polposo
Lavarli ,tagliarli a metà ,metterli in microonde con un cucchiaio di acqua salata ,circa 5 minuti che diventino molli .
Buttare via l'acqua salata che rimane nel piatto ,riempire i peperoni con un impasto fatto con:
1 uovo ,
wustel a pezzetti ,
pan grattato,
formaggio grana gratugiato ,
un cucchiaio di olio ,non di più.
Riempire le 4 metà dei peperoni con questo impasto e chiudeli ,o con un pezzetto di filo ,o con uno stuzzicadenti .
Rimettere in microonde e.................a vostro piacimento la cottura finale .
Mangiarli belli caldi ..........................BUON APPETITO da nonna Laura.
RICORDI DI BAMBINA
CAMPANELLE o BUCANEVE.
Fra i tanti miei ricordi di bambina ,questo mi ritorna alla mente ogni primavera .
Avevo9 anni e ogni giorno , al pomeriggio,dopo aver fatto le lezioni che la maestra mi dava per casa, andavo a trovare la mia nonna ,le volevo un bene grandissimo, e più ancora l'adoravo quando mi dava i soldini per comperarmi le caramelle .
Vicino alla casa della nonna, c'era una stradina che fiancheggiava un gran fosso , sempre pieno di acqua, non sempre bella pulita , certe volte vedevo dei girini ,e a me piaceva camminare lungo quel fosso, in primavera, perchè con l'arrivo della bella stagione,sbocciavano le "campanelle ".o bucaneve.
Naturalmente la nonna era preucupata quando mi vedeva camminare lungo il ciglio del fosso , se fossi caduta dentro chi mi salvava ?
Un giorno ,facendo la mia solita passeggiatina ,vidi dall'altra parte del fosso che erano sbocciate tante campanelle ,un bellissimo tappeto bianco, e............senza pensarci due volte..........feci per saltare il fosso , volevo portarne un bel mazzolino alla nonna ,ma , ..... con le mie gambette di bimba , sarei certo caduta dentro se .............una forte mano non mi avesse trattenuta.!
La nonna mi aveva seguita ,e ......salvata in tempo ,........ma........nella fretta di fermarmi ,cadde lei nell'acqua,fratturandosi un braccio.
Ricordo ancora lo spavento e il dispiacere per aver dissubidito ,
La nonna rimase tanti giorni con il gesso ,ed io le promisi che avrei fatto la brava bambina. Non so se ho mantenuto la promessa, da piccola ero un pò vivace.
Nella tradizione popolare,la campanella è chiamata anche -fior di neve , galantino, stella del mattino,o lacrima bianca.
Una leggenda vuole che Adamo ed Eva,una volta cacciati dal Paradiso terrestre,fossero trasportati in un luogo gelido,buio e dove era sempre inverno.Eva ,presa dallo sconforto, non accettava l'idea di vivere in quelle condizioni e allora un angelo , mosso a compassione , prese un pugno di fiocchi di neve, ci soffiò sopra e ordinò che si trasformassero in boccioli .
Eva,alla vista dei bucaneve, prese forza e si rianimò .
Ecco perchè queste bulbose sono simbolo di vita e speranza e ,secondo la tradizione , basta raccoglierne nella prima notte di luna, dopo la fine di gennaio,per essere felici tutto l'anno.
Un proverbio sostiene che " una primavera senza bucaneve ,è un'estate senza frutti ".
Fra i tanti miei ricordi di bambina ,questo mi ritorna alla mente ogni primavera .
Avevo9 anni e ogni giorno , al pomeriggio,dopo aver fatto le lezioni che la maestra mi dava per casa, andavo a trovare la mia nonna ,le volevo un bene grandissimo, e più ancora l'adoravo quando mi dava i soldini per comperarmi le caramelle .
Vicino alla casa della nonna, c'era una stradina che fiancheggiava un gran fosso , sempre pieno di acqua, non sempre bella pulita , certe volte vedevo dei girini ,e a me piaceva camminare lungo quel fosso, in primavera, perchè con l'arrivo della bella stagione,sbocciavano le "campanelle ".o bucaneve.
Naturalmente la nonna era preucupata quando mi vedeva camminare lungo il ciglio del fosso , se fossi caduta dentro chi mi salvava ?
Un giorno ,facendo la mia solita passeggiatina ,vidi dall'altra parte del fosso che erano sbocciate tante campanelle ,un bellissimo tappeto bianco, e............senza pensarci due volte..........feci per saltare il fosso , volevo portarne un bel mazzolino alla nonna ,ma , ..... con le mie gambette di bimba , sarei certo caduta dentro se .............una forte mano non mi avesse trattenuta.!
La nonna mi aveva seguita ,e ......salvata in tempo ,........ma........nella fretta di fermarmi ,cadde lei nell'acqua,fratturandosi un braccio.
Ricordo ancora lo spavento e il dispiacere per aver dissubidito ,
La nonna rimase tanti giorni con il gesso ,ed io le promisi che avrei fatto la brava bambina. Non so se ho mantenuto la promessa, da piccola ero un pò vivace.
Nella tradizione popolare,la campanella è chiamata anche -fior di neve , galantino, stella del mattino,o lacrima bianca.
Una leggenda vuole che Adamo ed Eva,una volta cacciati dal Paradiso terrestre,fossero trasportati in un luogo gelido,buio e dove era sempre inverno.Eva ,presa dallo sconforto, non accettava l'idea di vivere in quelle condizioni e allora un angelo , mosso a compassione , prese un pugno di fiocchi di neve, ci soffiò sopra e ordinò che si trasformassero in boccioli .
Eva,alla vista dei bucaneve, prese forza e si rianimò .
Ecco perchè queste bulbose sono simbolo di vita e speranza e ,secondo la tradizione , basta raccoglierne nella prima notte di luna, dopo la fine di gennaio,per essere felici tutto l'anno.
Un proverbio sostiene che " una primavera senza bucaneve ,è un'estate senza frutti ".
ingratitudine
INGRATITUDINE.
INGRATI.
FRASI CELEBRI.
" Non fare del bene se non sei pronto a sopportare il male che te ne verrà in cambio." (Luis Bunuel )
" L'amore non invidia " (Sant'Agostino )
" L'ingrato scrive il bene sull'acqua e il male sulla pietra. (Gèrard de Narval )
" Regalate il denaro, non prestatelo.Prestare non crea che degli ingrati ,prestare crea nemici ." Leonardo da Vinci )
" Quando non si vuole essere deboli, spesso bisogna essere ingrati." (Vincent Van Gogh )
" La maggioranza degli esseri umani dimentica tutto, tranne di essere ingrata." (Honorè de Balzac )
" Mettere in obbligo uningrato è comprare odio. " ( Alexandre Duman )
" Si è sempre ingrati verso chi ci dona il necessario, mai cor chi ci dona il superfluo. Ne vogliamo a chi ci regala il pane quotidiano,siamo riconoscenti a chi ci dona una parure." ( Diane de Beausacq )
" Fate del bene e vi farete degli ingrati ." (August Sstrindberg )
" l'ingratitudine è sempre una forma di debolezza . Non ho mai visto che uomini eccelenti fossero ingrati. " ( johann Wolfgang von Goethe )
" Generoso non soltanto è chi dona ma chi accetta di ricevere e riconosce d 'aver ricevuto. " ( Maria Rita Parsi di Lodrone )
COS' E' la "Sindrome Rancorosa del Beneficato ? Dal libro " INGRATI " di Maria Rita Parsi.
Una formadi ingratitudine ?
Ben di più. L' eccellenza dell'ingratitudine .Comune per altro ai più. Senza che i molti ingrati "beneficati " abbiano la capacità, la forza ,la decisionalità interiore,il coraggio e ,perfino,l'onestà intellettuale ed etica di prenderne atto.
La "Sindrome Rancorosa del Beneficato è ,allora, quel sordo , ingiustificato rancore (il più delle volte covato inconsapevolmente ;altre volte ,invece, cosciente) che coglie come una autentica malattia,come una febbre delirante,chi ha ricevuto un beneficio, poichè tale condizione lo pone in evidente" debito di riconoscenza" nei confronti del suo Benefatore.
Un beneficio che egli " dovrebbe "spontaneamente riconoscere ma che non riesce,fino in fondo,ad accettare di aver ricevuto.
Al punto di arrivare,perfino , a dimenticarlo o negarlo o a sminuirlo oaddiritura,a trasformarlo in un peso dal quale liberarsi e a trasformare il benefattore stesso in una persona da allontanare,da dimenticare se non , addirittura,da penalizzare e da calunniare.
Quanto al beneficio ricevuto , esso può essere di varia natura : spirituale,affettiva, economica,lavorativa,sociale, culturale,legale, medica.
Il beneficato può desiderare di contraccambiarlo per non sentirsi più " in debito " con il benifattore. Ma anche quando ciò sia possibile al beneficato ( sia in modo equivalente il beneficio ricevuto, sia superandone,perfino l'entità ,e anche nel caso in cui nessuna contropartita venga ,in alcun modo,richiesta ne' sia pretesa dal benefattore , ) tale restituzione presuppone che, prima, ci sia da parte del beneficiato il pieno riconoscimento del dono o del beneficio in percedenza ricevuto. Infatti ,anche se,dopo aver ricevuto il beneficio,il beneficato esprime formalmente il " pieno riconoscimento al benefattore (ovvero lo ringrazia,lo gratifica con doni , omaggi, ecc ) questo non significa che, dentro di sè ,il beneficato abbia veramente accettato e interiorizzato il fatto di aver ricevuto un evidente beneficio
Un " beneficato " invidioso del potere del suo benefattore, per dimenticare il beneficio ricevuto e prendere le distanze dall'origine del bene,grazie al quale ha potuto realizzarsi o riprendersi o salvarsi o valorizzare se stesso,può stravolgere gli effetti del beneficio ricevuto diluendoli o ,perfino,negandone le qualità. Al punto da considerare il beneficio " nullo "," umiliante ,"non necessario "e niente affatto salvifico,e arrivare a credere d'essere stato capace,da solo,di mettere in atto quei benefici che, invece,ha ricevuto da altri.
Forse.......... col tempo .......il rancoroso potrà accettare di essere stato beneficato ed avere una sincera gratitudine e riconoscenza.
Poveretti loro, gli ingrati,.........non sanno cosa si perdono ! La gratitudine per il bene ricevuto scalda il cuore dei grati,forse più del bene stesso. E' un motto del cuore che " arrichisce chi lo riceve senza impoverire chi lo dona. "
INGRATI.
FRASI CELEBRI.
" Non fare del bene se non sei pronto a sopportare il male che te ne verrà in cambio." (Luis Bunuel )
" L'amore non invidia " (Sant'Agostino )
" L'ingrato scrive il bene sull'acqua e il male sulla pietra. (Gèrard de Narval )
" Regalate il denaro, non prestatelo.Prestare non crea che degli ingrati ,prestare crea nemici ." Leonardo da Vinci )
" Quando non si vuole essere deboli, spesso bisogna essere ingrati." (Vincent Van Gogh )
" La maggioranza degli esseri umani dimentica tutto, tranne di essere ingrata." (Honorè de Balzac )
" Mettere in obbligo uningrato è comprare odio. " ( Alexandre Duman )
" Si è sempre ingrati verso chi ci dona il necessario, mai cor chi ci dona il superfluo. Ne vogliamo a chi ci regala il pane quotidiano,siamo riconoscenti a chi ci dona una parure." ( Diane de Beausacq )
" Fate del bene e vi farete degli ingrati ." (August Sstrindberg )
" l'ingratitudine è sempre una forma di debolezza . Non ho mai visto che uomini eccelenti fossero ingrati. " ( johann Wolfgang von Goethe )
" Generoso non soltanto è chi dona ma chi accetta di ricevere e riconosce d 'aver ricevuto. " ( Maria Rita Parsi di Lodrone )
COS' E' la "Sindrome Rancorosa del Beneficato ? Dal libro " INGRATI " di Maria Rita Parsi.
Una formadi ingratitudine ?
Ben di più. L' eccellenza dell'ingratitudine .Comune per altro ai più. Senza che i molti ingrati "beneficati " abbiano la capacità, la forza ,la decisionalità interiore,il coraggio e ,perfino,l'onestà intellettuale ed etica di prenderne atto.
La "Sindrome Rancorosa del Beneficato è ,allora, quel sordo , ingiustificato rancore (il più delle volte covato inconsapevolmente ;altre volte ,invece, cosciente) che coglie come una autentica malattia,come una febbre delirante,chi ha ricevuto un beneficio, poichè tale condizione lo pone in evidente" debito di riconoscenza" nei confronti del suo Benefatore.
Un beneficio che egli " dovrebbe "spontaneamente riconoscere ma che non riesce,fino in fondo,ad accettare di aver ricevuto.
Al punto di arrivare,perfino , a dimenticarlo o negarlo o a sminuirlo oaddiritura,a trasformarlo in un peso dal quale liberarsi e a trasformare il benefattore stesso in una persona da allontanare,da dimenticare se non , addirittura,da penalizzare e da calunniare.
Quanto al beneficio ricevuto , esso può essere di varia natura : spirituale,affettiva, economica,lavorativa,sociale, culturale,legale, medica.
Il beneficato può desiderare di contraccambiarlo per non sentirsi più " in debito " con il benifattore. Ma anche quando ciò sia possibile al beneficato ( sia in modo equivalente il beneficio ricevuto, sia superandone,perfino l'entità ,e anche nel caso in cui nessuna contropartita venga ,in alcun modo,richiesta ne' sia pretesa dal benefattore , ) tale restituzione presuppone che, prima, ci sia da parte del beneficiato il pieno riconoscimento del dono o del beneficio in percedenza ricevuto. Infatti ,anche se,dopo aver ricevuto il beneficio,il beneficato esprime formalmente il " pieno riconoscimento al benefattore (ovvero lo ringrazia,lo gratifica con doni , omaggi, ecc ) questo non significa che, dentro di sè ,il beneficato abbia veramente accettato e interiorizzato il fatto di aver ricevuto un evidente beneficio
Un " beneficato " invidioso del potere del suo benefattore, per dimenticare il beneficio ricevuto e prendere le distanze dall'origine del bene,grazie al quale ha potuto realizzarsi o riprendersi o salvarsi o valorizzare se stesso,può stravolgere gli effetti del beneficio ricevuto diluendoli o ,perfino,negandone le qualità. Al punto da considerare il beneficio " nullo "," umiliante ,"non necessario "e niente affatto salvifico,e arrivare a credere d'essere stato capace,da solo,di mettere in atto quei benefici che, invece,ha ricevuto da altri.
Forse.......... col tempo .......il rancoroso potrà accettare di essere stato beneficato ed avere una sincera gratitudine e riconoscenza.
Poveretti loro, gli ingrati,.........non sanno cosa si perdono ! La gratitudine per il bene ricevuto scalda il cuore dei grati,forse più del bene stesso. E' un motto del cuore che " arrichisce chi lo riceve senza impoverire chi lo dona. "
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